Il nome “argento” deriva dal greco “argos” che significa bianco, brillante, mentre la sua contrazione “AG” viene dal latino “argentum”.
L’argento è un metallo nobile quotato in Borsa che, nel ranking mondiale, occupa il secondo posto, preceduto soltanto dall’oro.
La sua storia, caratterizzata da periodi molto altalenanti (da moneta di scambio, a metallo quasi deprezzato dopo l’avvento dell’oro) è ricca ed affascinante, a cominciare dalle sue antichissime origini.
Già 5000 anni fa, infatti, alcuni popoli della Mesopotamia come i Sumeri e gli Assiro-Babilonesi o gli Incas in Perù e fiorenti civiltà come quella egizia, micenea e cartaginese sapevano fondere i metalli e lavoravano l’argento, ricavandone preziosi oggetti ornamentali.
Successivamente gli Etruschi e i Greci furono altrettanto abili artigiani e realizzarono bellissimi monili (diademi tempestati di gemme preziose, bracciali a cerniera) e suppellettili, ma la grande diffusione del silver si deve ai Romani che lo utilizzarono per produrre vassoi, coppe, statue di imperatori e divinità pagane.
Nel basso Medioevo le famiglie più nobili iniziarono a collezionare “argenteria ecclesiastica” (oreficeria sacra) che consisteva in icone, calici ed arredi di pregevole fattura, mentre nell’alto Medioevo in Europa affluirono e si diffusero “argenterie domestiche” come brocche, bacili e anfore.
Con Carlo Magno si affermò il “monometallismo argenteo” e per diversi secoli le monete d’argento furono l’unica forma di pagamento e di scambio.
La punzonatura, che in Oriente fu impressa dai Bizantini sin dal VII° secolo, in Europa fu introdotta dai francesi a partire dal XIII° secolo.
Nel Rinascimento si affinarono le tecniche decorative ed ornamentali: molti oggetti erano lavorati a sbalzo, impreziositi da cesellature ed incisioni e si eseguirono procedimenti più sofisticati come la filigrana, il niello e l’intarsio giunti, quasi immutati, fino ai nostri giorni.
Caterina De’ Medici, in Francia, fu la prima che nel XVI° secolo introdusse l’impiego di posate d’argento, uso che ben presto divenne di “gran moda” presso tutte le dinastie più potenti e i sovrani dell’epoca.
Successivamente fu l’Inghilterra a dettare legge nel mondo, grazie ad un’ampia produzione di “oggetti di ottima qualità” (gioielli, articoli per la tavola, soprammobili) realizzati in maniera ancora artigianale, impiegando una lega composta per il 92,5% da argento.
Si venne, così, a creare un indice di riferimento, detto “sterling silver”, in uso ancora oggi. Infatti, per capire il valore del metallo bianco, bisogna verificare il suo “titolo” espresso in millesimi (800, 835, 900 e 925) tenendo conto che lo “sherling standard” (argento 925) è quello che indica la migliore qualità e, quindi, il costo più alto.
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo, l’avvento dell’industria contribuì alla diffusione di macchine che pian piano sostituirono il paziente lavoro manuale, consentendo in tempi rapidissimi, la produzione e la commercializzazione di “oggetti d’argento su vasta scala”.
Lo stile e il design si modificarono profondamente e seguirono le tendenze più in voga, ispirandosi all’Art Nouveau e al Liberty.
Proprio in quel periodo, tutto il settore fu “rivoluzionato” dalle bellissime creazioni di grandi maestri come Cartier e Fabergé e dai capolavori di grandi produttori come Tiffany, Garrad e Bulgari.
Oggi, per fini speculativi, l’argento è molto richiesto, perchè il suo andamento in Borsa, tendente al rialzo, garantisce buoni profitti, qualunque sia il tipo d’investimento.
Per massimizzare i guadagni basta seguire poche e semplici regole:
1) monitorare il silver fixing e l’andamento dei mercati finanziari,
2) acquistare se il trend è al ribasso, vendere in caso contrario,
3) diversificare l’investimento (argento fisico ed opzioni) e seguire i consigli degli esperti più autorevoli,
4) selezionare siti specializzati e fidarsi solo di quelli autorizzati che godono di ottima reputazione,
5) in caso di gioielli antichi o d’epoca chiedere sempre il certificato di provenienza ed autenticità,
6) investire in oggetti di qualità e in ottimo stato che assicurano buona liquidità,
7) informarsi sulla commissione trattenuta dal rivenditore e su eventuali spese aggiuntive,
8) per i contratti derivati o altri fondi, partire con piccoli investimenti e verificare le plusvalenze,
9) valutare l’opportunità di asset class molto richiesti e poco esposti al rischio come lingotti e monete,
10) confrontare modalità e condizioni di pagamento.
Il mercato che fornisce la quotazione ufficiale dell’argento è quello di Londra attraverso la “London Bullion Market Association”, rituale che per decenni si è ripetuto quotidianamente, fino al 14 agosto 2014, giorno dell’ultima seduta del fix silver.
Analizzando i dati degli ultimi 10 anni, l’argento ha assicurato agli investitori buone performance: dal 2005 al 2010 il fixing è stato piuttosto stabile. Nel 2011 il trend è salito vertiginosamente, generando un aumento del 40% delle transazioni. Per un paio di anni il prezzo è rimasto pressocché invariato, fatta eccezione per il mese di aprile del 2013 quando la quotazione è risalita. Nel 2014 l’andamento è tornato stabile tranne la flessione del mese di ottobre. Attualmente il fixing è nuovamente orientato alla crescita e i rendimenti soddisfano le aspettative dei risparmiatori.
Dopo lo scandalo Libor che circa 2 anni fa travolse la Deutsche Bank, quest’ultima decise di uscire dalla prestigiosa LBMA e, da allora, si è “rivoluzionato” il meccanismo di determinazione del prezzo spot dell’argento.
Oggi il nuovo sistema è il “Silver Price”, una procedura innovativa in base alla quale tutte le operazioni avvengono on line in assoluta trasparenza e, quando si riesce a bilanciare e definire il prezzo medio tra la domanda e l’offerta, il fix viene pubblicato sul sito sotto gli occhi di tutti.
Nessun cambiamento, invece, per i “futures” visto che il mercato di riferimento più importante resta il Comex di New York.