Sono sempre di più le persone che si rivolgono ai compro oro per monetizzare il proprio oro usato, sotto forma di orologi, braccialetti, catenine, ciondoli e oggetti di oreficeria varia. Questa tendenza non riguarda soltanto i singoli (studenti, giovani, adulti, pensionati), ma anche le famiglie e si è imposta nel contesto comune a partire dal 2009, quando l’inizio della crisi economica internazionale ha reso sempre più difficile arrivare tranquillamente a fine mese e far fronte a bollette e spese varie. Di conseguenza si è assistito alla moltiplicazione di queste attività (in particolare i compro oro, ma anche negozi di pegni e banco metalli) in tutte le città italiane, a cominciare da quelle di maggiori dimensioni. Tuttavia non è affatto raro trovare decine di questi esercizi commerciali anche nei centri medio-piccoli. Si può dire che al giorno d’oggi i compro oro sul territorio italiano ammontano ormai a circa 5000 e il loro giro d’affari cresce di anno in anno: al momento il fatturato dell’intero settore è di due miliardi di euro annui circa.
Al tempo stesso si rileva una forte crescita della domanda, cioè della decisione di vendere il proprio oro usato per contanti, e che riguarda ormai tutte le fasce d’età e tutti le varie stratificazioni della popolazione. Sono tendenze indipendenti dall’età e dalla posizione geografica, che si possono considerare assolutamente comuni e normali. Infatti in passato erano soprattutto persone dall’età più o meno avanzata e i pensionati a rivolgersi ai negozi di compro oro, oppure tradizionalmente al banco dei Pegni, per integrare le proprie entrate mensili e la propria pensione. Invece al giorno d’oggi questo comportamento riguarda anche moltissime persone che hanno fra i trenta e i cinquant’anni e che necessitano di un sostegno al reddito.
Infine negli ultimissimi anni si assiste a una tendenza che molti definiscono preoccupante: a rivendere i propri gioielli oppure oggetti preziosi di vario genere sono sempre più giovanissimi. Si tratta per lo più dei ventenni, tuttavia sono presenti anche alcuni minorenni, persone che per legge non sono autorizzate a vendere metallo pregiato ai compro oro. Secondo le disposizioni che gli esercizi commerciali sono tenuti a seguire c’è quella di controllare il documento d’identità valido del privato che si rivolge al compro oro per monetizzare catenine, pendenti o quant’altro. Si tratta anche di una disposizione necessaria per combattere il riciclaggio di oggetti rubati, ma che purtroppo viene disattesa da negozi che adottano un comportamento al limite della legge.
I giovani si caratterizzano anche per il fatto di vendere piccoli oggetti d’oro, in particolare le medagliette, i pendenti, i braccialetti e le catenine che hanno ricevuto come regalo per il battesimo, la comunione oppure la cresima. In questo caso i contanti ricevuti servono per acquistare nuovi dispositivi tecnologici appena usciti, come smartphone, pc di ultima generazione e iPhone. oppure capi di abbigliamento di moda. Fanno eccezione molti studenti che finanziano in questo modo l’acquisto di libri, il fatto di studiare come fuori sede oppure generi non di primaria necessità.
Si vede quindi come la vendita del proprio oro usato serva per soddisfare tantissime motivazioni diverse, dal pagamento delle bollette a quello dell’abbonamento in palestra, per poter andare a un concerto o per rinnovare il guardaroba in vista della prossima stagione. L’obiettivo comune resta comunque quello di ottenere la migliore valutazione possibile e quindi guadagnare di più dalla vendita dei preziosi. Per vendere il proprio oro usato al meglio esistono piccoli accorgimenti facili da seguire e che consentono sempre di ottenere ottimi risultati.
In primo luogo è necessario controllare quale sia l’andamento dell’oro sul mercato internazionale: questo metallo prezioso è quotato in Borsa e l’aumento o il calo delle valutazioni finanziarie influenzano anche quelle applicate presso i compro oro. Al tempo stesso è molto più conveniente vendere quando il prezzo dell’oro aumenta. In secondo luogo bisogna fare una comparazione delle offerte presentate dai vari negozi, così da poter valutare quale sia quella migliore. In ogni caso la quotazione applicata deve avere un rapporto reale con la realtà, altrimenti si ha a che fare con prezzi destinati solo ad attirare i venditori e che poi non vengono realmente ottenuti durante la transazione commerciale. Si tratta di un comportamento al limite della truffa, ma che si riscontra più spesso di quel che si creda.
Un ottimo escamotage consiste nello sfruttare il servizio del blocca prezzo, offerto ai privati da numerosi compro oro: è sufficiente andare sul sito e bloccare la quotazione dell’oro. Successivamente si hanno 24 ore per andare il negozio ef effettuare fisicamente la vendita; in questo modo non si rischia che improvvise oscillazioni in Borsa facciano calare il prezzo del metallo prima del termine della transazione. In alcuni casi si trovano esercizi commerciali che propongono una controfferta ai privati se il prezzo bloccato praticato da un loro concorrente è maggiore della quotazione che applicano al momento. Per sapere quali siano questi negozi e le modalità con cui viene messo in atto questo servizio è sufficiente controllare il sito web dei compro oro e seguire le istruzioni riportate nella sezione apposita.
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